Ad onor del vero, l’autore del celeberrimo Adagio in Sol minore non è il buon Tomaso Albinoni.
Tuttavia, in tivvù, nelle radio, negli aereoporti, ma – cosa più irrritante – nella stragrande maggioranza delle raccolte in ciddì il brano viene a lui attribuito.
La storia narra, invece, che il validissimo musico e musicologo Remo Giazotto realizzasse il brano sulla base di una serie di frammenti musicali attribuiti ad Albinoni, rinvenuti tra le macerie della biblioteca di Dresda, devastata in seguito ai bombardamenti avvenuti durante la II Guerra Mondiale.
Ora, fossi nel buon Remo io, ecco, mi sarei incazzato almeno un poco. Con tutto il merito che si può dare all’Albinoni sui suoi squisiti frammenti, almeno un trafiletto, un titolino, una cacchettina a margine in cui si specifichi “ehi ciccio ascoltatore, guarda che questo motivetto l’ha fatto Remo, mica Tomaso, nonostante i suoi gustosi frammenti”.
In aggiunta, Wikipedia in verità in verità ci dice (al momento ho solo questa fonte):
In verità, a partire dal 1998, anno della morte di Remo Giazotto, l’Adagio si è rivelato una composizione interamente originale di quest’ultimo, giacché nessun frammento o registrazione è stato mai trovato in possesso della Biblioteca Nazionale Sassone
Per concludere, care industrie del ciddì e della tivvù, non rompeteci più il caucaso con attribuzioni a pera, ma date a Remo ciò che è di Remo. Anche quando non dovesse trattarsi di Remo.
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